Dalla Calabria a 4 milioni di fatturato l’anno. La storia dei due fratelli calabresi Aloe e il boom ottenuto con le pizzerie Berberè.
Una storia ed una tenacia incredibile, da veri calabresi Doc quella di Matteo e Salvatore Aloe: due fratelli calabresi inventori delle pizzerie Berberè. I fratelli calabresi hanno fatto il boom aprendo a Roma il settimo locale.
Sono gli inventori di Berberè, le pizzerie che da Castelmaggiore a Bologna, da Firenze a Torino, da Milano a Londra, diffondono un’identità precisa, un chiaro progetto imprenditoriale: locali accoglienti; pizza slow con lievito madre; farine alternative; prodotti sostenibili in collaborazione con Alce Nero, noto marchio del biologico italiano; bevande adeguate alla proposta gastronomica, con una buona selezione di birre artigianali e vini bio-dinamici.
Non si parla di un bieco franchising, i fratelli Aloe seguono personalmente le aperture di proprietà in giro per l’Italia e all’estero, scelgono i locali, mettono a punto i menu, contribuiscono alla formazione del personale.
Trasferitesi da Maida (Cz) a Bologna per studiare Economia, aprono la prima pizzeria Berberè nel 2010 a Castel Maggiore, hinterland di Bologna.
Nel giro di pochi anni si fanno conoscere in tutta Italia, la loro pizza non è napoletana, né tanto meno gourmet.
È un prodotto artigianale, completo e leggero da condividere grazie alla formula cosiddetta “a degustazione”.
Le pizze sono servite tagliate a spicchi ciascuna con un gusto diverso e assaggiate da tutti i commensali che possono così degustare più tipologie nello stesso pasto.
Forno elettrico per scelta, per garantire il massimo controllo della temperatura.
Impasto realizzato con lievito madre e lunghi tempi di lievitazione – almeno 24 ore a temperatura controllata – steso in modo da consentire il formarsi di una crosta sottile e croccante all’esterno e soffice all’interno.
Il loro fatturato nel 2017 è di circa 4 milioni di euro. Il proposito è di superare i 5 nel giro di un anno.
Fonte: Calabriadasogno.it e dissapore