Situato sull’omonimo golfo, il sito su cui insistono il parco archeologico di Scolacium e i ruderi della Roccelletta irradia intorno a sé, come tutti i luoghi di singolare bellezza, un’aura favolosa. Qui, lungo la Riviera che chiamano di Nausicaa, sorgeva Skylletion, che una leggenda vuole fondata da Ulisse: l’eroe omerico, infatti, vi avrebbe fatto naufragio e proprio nei dintorni, all’interno del territorio dell’istmo, sarebbe stato poi accolto nella corte di Alcinoo, re dei Feaci.
Skylletion fu invece, con molta probabilità, sub-colonia di Crotone, che intendeva sfruttarne la posizione in grado di controllare strategicamente la via di transito dell’istmo. Dopo alterne vicende, nel 123-122 a.C. fu dedotta, sul sito della città greca ormai in decadenza, la colonia romana di Scolacium, che raggiunse il suo massimo splendore nel I secolo d.C. anche ad opera dell’imperatore Nerva (96-98 d. C.), il quale risistemò l’impianto urbano e molti degli edifici pubblici, deducendo la nuova colonia di Minerva Nervia Augusta Scolacium. Scarse e frammentarie le testimonianze relative ai secoli successivi: sappiamo da Cassiodoro (V-VI d.C), a cui diede i natali, che Squillace allora era fiorente, tanto che egli la definì “la più importante città del Bruzio”.
Da quel momento in poi un rapido declino, culminato con l’abbandono nell’VIII secolo a causa delle frequenti incursioni turche. Gli scilletini spostarono l’insediamento, ma questo fu conquistato dai Saraceni nel X secolo e, infine, dai Normanni che, tra la fine dell’XI e la metà del XII, vi edificarono la splendida basilica di Santa Maria della Roccella, situata proprio all’ingresso del parco archeologico di Scolacium (oggi sul territorio di Borgia, separata da Squillace nel 1755).