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Fege: al via la 2° del festival dell’Editoria e del Giornalismo emergente

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FEGE,  torna il primo festival dell’Editoria e del Giornalismo emergente con un manifesto d’artista del maestro Cesare Berlingeri

Torna nel 2019 la II edizione di FEGE, il primo Festival dell’Editoria e del Giornalismo emergente, che, promosso dall’amministrazione comunale di Castrolibero (CS), ideato e diretto da Piero Muscari e Danilo Russo per E-Agency (che opera da più di trent’anni nel settore della organizzazione di eventi di marketing territoriale e della produzione di contenuti multimediali) si svolgerà dal 23 al 25 ottobre 2019 tra Castrolibero e l’Università della Calabria.

Fege - Manifesto di Cesare BerlingeriVoluto e promosso da Orlandino Greco, già sindaco di Castrolibero e oggi Consigliere Regionale, oltre che dall’attuale sindaco Giovanni Greco, FEGE, come osserva il suo ideatore e direttore artistico, il giornalista e storyteller Piero Muscari, “scommette su una nuova narrazione della Calabria, richiamando a raccolta le penne migliori e gli editori più prestigiosi e chiedendogli di contribuire a sostenere questo impegno”. Il senso di FEGE è anche racchiuso nel Premio che corona ognuna delle sue tre giornate, quello in memoria di un grande giornalista fuori dagli schemi  come Oliviero Beha per la sua indipendenza e voglia di libertà e che, un po’ provocatoriamente e controcorrente rimarca la necessità che anche questa regione possa crescere a partire da questi valori.

Ricco di prestigiosi ospiti del mondo della comunicazione, dell’editoria e del giornalismo, tra cui Piergiorgio Odifreddi, celebre accademico, divulgatore e saggista, Michelangelo Tagliaferri, Fondatore dell’Accademia di Comunicazione, Luca Telese giornalista televisivo, Alessandro Laterza e Florindo Rubbettino, noti editori, oltre a tanti scrittori emergenti, tra cui Viola Ardone, Nicola Cosentino e Rosa Ventrella, il Festival presenta il suo manifesto con una nuova veste grafica, realizzata dall’artista Cesare Berlingeri, icona della pittura contemporanea e maestro dei “dipinti piegati”.

Ed è Berlingeri stesso, con la squisita gentilezza che contraddistingue sempre il suo operato e il suo dire, a spiegare il senso di  questa avventura. “Non amo fare le cose in maniera didascalica – afferma l’artista – Come diceva il geniale Umberto Saba: “La poesia, ove c’è, non deve avere un significato ma deve vivere per se stessa”. Il manifesto della comunicazione di FEGE deve parlare a chi lo guarda. Io ho usato gli stessi identici loghi già utilizzati come comunicazione per il Programma del Festival; non ho fatto che ritagliarli e incollarli su uno spazio a me congeniale, che è il blu, il cielo stellato. Il blu è il colore di uno spazio lungo e profondo, è il colore della profondità cosmica dove l’invisibile diventa visibile. Non è un caso che sul manifesto io abbia tracciato delle linee di comunicazione. Credo che oggi – prosegue il maestro – nella comunicazione globale in cui ci troviamo accada una cosa incredibile: prima di raccapezzarsi, di andare a fondo per capire quali sono le notizie “vere” e quelle che non lo sono, tutto diventa veramente una ragnatela. Ed io in questo intrigo ho messo dei punti fermi che sono delle stelle. Amo molto il cielo stellato. Non è un caso che è l’immaginazione ad aver creato il mondo; l’immaginazione che diventa fantasia, letteratura, romanzo e che diventano messaggio verso gli altri. Per cui è davvero importante che ci sia una comunicazione più vera e più sincera. Oggi ci sono mezzi super sviluppati per comunicare ma non ci sono più cose memorabili di cui poter parlare come quelle di Omero, di Virgilio, di Shakespeare e oggi siamo immersi in un oceano di informazioni in cui bisogna tentare di discernere quali sono quelle corrette”.

Poi su FEGE, e la sua valenza formativa e informativa in una regione come la Calabria, Berlingeri osserva: “A mio avviso un festival come FEGE è importante perché, innanzitutto, è di qualità, dal momento che le persone che lo hanno ideato sono persone di elevato profilo. Poi FEGE richiama, con il suo premio, un grande giornalista come Oliviero Beha, un amante della cose vere; uno che ha pagato la verità sulla sua pelle. E dunque ben venga un’iniziativa come FEGE, soprattutto in Calabria, una regione in cui non sono presenti molti editori, con paesi che non hanno né una biblioteca né una libreria. Grazie a Dio ci sono iniziative come queste, che offrono alle persone la possibilità di vedere oltre, di andare verso cose differenti, verso una forma di comunicazione diversa rispetto a quella di tutti i giorni: c’è, per fortuna, la consapevolezza di quanto bisogno ci sia di eventi come questo, soprattutto nel Meridione. Non è un caso che i giovani che non hanno la possibilità di avere molte informazioni sono privi di sentimenti veri. Il sentimento nasce dalla letteratura, nasce dai libri, nasce dai poeti che ci indicano la luce e la via per il futuro. Manifestazioni come FEGE, specialmente al Sud, possono dare uno stimolo affinché la cultura diventi materia viva per i nostri giovani. Un grande antropologo come Ernesto De Martino alla fine degli anni ‘50 ha scritto un libro bellissimo, Sud e Magia. Lui aveva fatto una ricerca in Basilicata: in quel periodo i contadini lucani non conoscevano il proprio volto, non avevano specchi. Si pensi quanto abbiamo bisogno di capire chi siamo, dove siamo e dove vogliamo andare. I sentimenti, l’arte, la musica nascono nel momento in cui l’homo sapiens si alza a guardare le stelle. E forse non c’era bisogno neppure dello specchio perché lo specchio diventa la natura che hai attorno. La natura che hai intorno ti fa scrivere poesie, ti fa scrivere libri, ti fa dipingere dei quadri.”

In particolare, poi, riguardo a FEGE, il maestro aggiunge “Non so come si svolgerà precisamente. Ma conoscendo Piero Muscari, che è un grande professionista della comunicazione, so che avrà ideato e organizzato un evento degno di essere seguito. Io guardo tutto questo da una prospettiva più politica e meno tecnica. La cosa positiva è che in un mondo tecnologicamente così evoluto ci sia ancora spazio per la poesia. Io credo che con il mio manifesto “ho fatto una poesia” perché ho usato l’universo come fondo.” A proposito della grande attenzione che il Festival dedica ai giovani emergenti, Berlingeri osserva: “Abbiamo bisogno di questi giovani emergenti che affrontano il quotidiano come l’hanno affrontato i grandi della letteratura. Perché nella letteratura non c’è né passato né presente. Sono più attuali oggi i Greci che non ieri. Per cui bisogna solo continuare a discutere, a parlare, a interrogare il mondo, la natura, l’invisibile. Questo bisogna tentare di dare agli altri, specialmente ai giovani. È bene che questo festival premi i giovani e sia fatto da giovani. Abbiamo bisogno di tutto questo affinché nasca una vera e giusta democrazia”.

Parole di grande spessore umano oltre che di alto profilo culturale queste del grande maestro della pittura contemporanea che, con il suo contributo, qualifica ulteriormente il profilo di FEGE, una tra le iniziative più importanti e significative del panorama culturale italiano.