Gioia Tauro: nell’antica area di Metauros
Cenni storici
E’ un comune di 18.500 abitanti della Provincia di Reggio Calabria. La cittadina di aspetto moderno sorge nell’antica area di Metauros.
Non è chiaro se Metauros fu abitata anche in epoca romana e nel Medioevo, in quanto manca di documentazione archeologica dal IV secolo a.C. Nel II – IV secolo d.C. Taureana si estese oltre il Petrace, occupando l’area dove sorse la città greca. Si sono succeduti vari saccheggi e terremoti, che non lasciano alcuna traccia della vecchia civiltà. In contrada Petra sono state rinvenute centinaia di tombe risalenti al VII-IV secolo a.C. i cui corredi funerari di un certo valore sono custoditi nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.
Il territorio
La Piana di Gioia Tauro è, grazie ad alcune bonifiche, la più fertile della regione, anche se per alcuni anni fu quasi dimenticata questa grande risorsa, per favorire un progetto di un grande polo siderurgico che non fu mai realizzato. Di questo progetto, resta il grande bacino portuale, che dopo anni di inattività è finalmente divenuto uno dei porti commerciali più importanti del Mediterraneo.
Il porto
Gioia Tauro è il porto italiano che movimenta più merci in container, prima di Genova e La Spezia; occupa il terzo posto in Europa nella classifica dei porti contenitori (dopo Rotterdam ed Amburgo) ed il primo nel Mediterraneo.
Archeologia e Arte
Metauros, anfora a figure nere con cavaliere e cane di produzione calcidese. Seconda metà del VI secolo a.C. (Reggio Calabria, Museo Archeologico Nazionale) Metauros, skyphos di produzione calcidese. Seconda metà del VI secolo a.C. (Reggio Calabria, Museo Archeologico Nazionale). Dell’antica Metauros si è presunta l’acropoli e sono stati scoperti i ruderi di una casa romana del II secolo d.C. come pure quelli di un tempio greco, di un acroterio rappresentante un gruppo equestre fittile databile 490-480 a.C., di alcuni skyphos calcidesi nonché numerose monete, anfore, coppe, lucerne, vasi corinzi, ionici, attici e romani. Di grande rilievo è stata la scoperta della necropoli durante le campagne di scavi: 1850 tombe, la più vasta del meridione d’Italia. Pochi i monumenti antichi visibili: il borgo medievale “Piano delle Fosse” ove spiccano il Palazzo Municipale, il Palazzo Baldari (oggi biblioteca/mediateca e centro conferenze), il Palazzo della Principessa di Gerace (oggi Tripodi), la Chiesa-Cattedrale di Sant’Antonio e la prima e minuscola chiesa del borgo del sec. XI; in piazza Municipio v’è la tipica fontana settecentesca detta ’U tri canali; in piazza Duomo spicca la figura neoclassica della chiesa matrice (il Duomo, appunto) al cui interno vi sono pregevoli opere d’arte dell’800 e recenti vetrate artistiche policrome; i palazzi (sec. XVII-XVIII) di via del Commercio, di via Roma e lungo la Piazza dell’Incontro (pal. Maurigoffe, 1786).
Chiese ed edifici di culto
Chiesa Località Festeggiamenti;
– Duomo consacrato a Sant’Ippolito Centro 13 agosto;
– Chiesa di Sant’Antonio Piano delle Fosse 13 giugno;
– Chiesa di Maria SS. di Porto Salvo Quartiere Marina 8 settembre;
– Chiesa dell’Immacolata Quartiere Stazione 8 dicembre;
– Chiesa di San Francesco di Paola Quartiere Monacelli 2 aprile;
– Chiesa della Sacra Famiglia Quartiere Eranova;
– Chiesa di San Gaetano Catanoso SS. 111 20 settembre.
Luoghi di interesse
* il borgo medievale (sec. X) denominato “Piano delle Fosse” con la coeva chiesetta di piazza Carmelo Silipigni;
* la torre di don Giacomo (sec. XV);
* la chiesa di Sant’Antonio (sec. XVII);
* la fontana artistica ‘U tri canali (sec. XVII);
* il palazzo Maurigoffe (1786) che si affaccia su Piazza dell’Incontro;
* il palazzo Sant’Ippolito (sec. XVIII), sede di rappresentanza municipale;
* il palazzo della Principessa di Gerace (sec. XVIII), oggi palazzo Tripodi;
* il palazzo Baldari (sec. XVIII), oggi biblioteca-mediateca e centro conferenze;
* il neoclassico Duomo (1933), consacrato a Sant’Ippolito, al cui interno vi sono pregevoli opere d’arte dell’800;
* i palazzi (sec. XVII-XVIII) lungo l’antica via del Commercio, oggi via Roma (il tratto iniziale) e via G. Lomoro (il tratto finale fino alla moderna rotatoria del Quadrivio Sbaglia).