A margine dell’incontro presso l’Istituto Piria di Rosarno sulla tutela reale delle vittime di mafia organizzato dalla Fondazione Scopelliti e coordinato da Maria Cantone, dopo la commovente testimonianza di Tiberio Bentivoglio, il Commissario per il coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso e dei reati intenzionali violenti, il Prefetto Vincenzo Panico, alla guida da due anni del Comitato istituito presso il Ministero, che ha relazionato sull’ effettiva tutela per il risarcimento danni subiti dalle vittime oltre che sull’Iter amministrativo fra gli Uffici delle Prefetture e delle Questure competenti e Direzione centrale presso il Ministero dell’Interno, si è complimentato con la “vulcanica” Preside Mariarosaria Russo e lo staff di docenti per il metodo pedagogico rivoluzionario adottato dall’Istituto che è divenuto negli anni polo di eccellenza e presidio di legalità, in un’area complicata i cui echi risuonano nella Capitale .
Ha sottolineato inoltre che le mafie possono essere vinte secondo quell’imperativo morale che ci consente di contrastarle allargando la rete di coinvolgimento , attraverso l’opera della scuola, i processi di crescita culturale, la promozione dell’economia pulita.
Dal canto suo la Preside, pur evidenziando che spesso si viene assaliti da momenti di scoramento e solitudine, continua a trasmettere un grande messaggio di speranza facendo intendere che non bisogna alimentare la credenza, come certa stampa si compiace di sottolineare che la ‘ndrangheta e la mafia siano presenti nel DNA dei calabresi e dei siciliani perché il destino che appare ineluttabile può essere modificato, attraverso le armi dirompenti della cultura e dell’Istruzione che consentono di riscattarsi distinguendo tra l’errore e l’errante che consente di intraprendere un percorso di vita virtuoso.