L’eredità del passato
Conosciuta soprattutto per l’incantevole e potente fascino della sua natura, la provincia di Cosenza sorprende anche per l’inesauribile e variegata ricchezza delle sue vestigia, frutto di una storia sedimentata attraverso i millenni. Ovunque si volga lo sguardo, il territorio è punteggiato di castelli e borghi storici, chiostri e monasteri, chiese e antichi palazzi, che alla seduzione di splendide architetture uniscono un valore storico e culturale inestimabile.
Dal passato più lontano giunge qui l’eco della civiltà: tratti rapidi ed eleganti, incisi migliaia di anni fa su un blocco di pietra da un ignoto artefice del mesolitico, restituiscono il profilo di un bovide, il superbo bos primigenius del “riparo del romito” di Papasidero (quasi certamente un’immagine propiziatoria), offrendo una delle rappresentazioni graffite più antiche del mondo e uno dei più begli esempi di arte rupestre in Italia. Innumerevoli, poi, le civiltà, che qui, come nel resto della Calabria, hanno “scritto” la storia, imprimendo in modo indelebile i segni del proprio passaggio: dai Greci, che, lungo la costa ionica, fondarono Sybaris, l’opulenta città seconda solo a Taranto tra quelle della Magna Grecia, ai Bizantini, che fecero di Rossano, città natale di papi e di santi, un centro religioso e politico di prima grandezza, custode, ancora oggi, di splendide chiese greche e degli ori finemente miniati in una delle pergamene più preziose del mondo, il codex purpureus rossanensis.
La stessa città capoluogo, legata dalla tradizione alla morte del re goto Alarico, che vi avrebbe trovato sepoltura, impreziosita dal bel centro storico, che non a torto viene considerato uno dei più suggestivi d’Italia, conosce vicende analoghe a quelle delle altre province calabresi: un susseguirsi di dinastie e di signori per i quali vessazione e rapina si accompagnano all’ostentata superbia del potere, che lascia in eredità alla terra che opprime anche la magnificenza della sua arte.