Vibo Valentia: l’ antica colonia greca Hipponion
Le origini
Fondata dai Bruzi con il nome di Veip (“golfo”), divenuta poi colonia greca con il nome di Hipponion, nel V secolo a.C. fu vinta e distrutta da Dionisio il Vecchio, tiranno di Siracusa. Nel 192 a.C. i Romani vi insediarono due colonie: Vibona, sul mare, e Valentia, in collina, anche se già in epoca imperiale i due insediamenti venivano indicati con il nome comune di Vibo Valentia. Divenuta roccaforte bizantina, fu distrutta dagli Arabi nel corso del X secolo d.C.; gli Svevi la ricostruirono alla metà del 1200 con il nome di Monteleone. Nel 1500 diviene feudo della famiglia Pignatelli, che donò alla città numerosi monumenti e favorì un vivace sviluppo culturale ed economico.
Parte del Regno delle Due Sicilie, Vibo Valentia fu in seguito elevata a capoluogo dai Francesi. Durante l’epoca fascista la città recuperò il suo nome latino e subì un profondo riassetto urbanistico, che si conserva ancora oggi.
La struttura dell’abitato è articolata tra il borgo medioevale, che si raggruppa intorno al Castello, dalle vie strette, sinuose e spesso in forte pendenza, e la parte moderna, di costruzione più recente ed ordinata.
Da visitare:
– Il Castello Normanno-Svevo è posto sul sito dell’acropoli greca: edificato tra il 1055 e il 1057, ha subito nei secoli numerose modifiche. Costruito utilizzando materiale greco di scarto, offre allo sguardo le sue torri angolari cilindriche, una torre speronata e una porta con arcata di epoca angioina. Il Castello è oggi sede del Museo Archeologico Statale;
– Il Duomo o Chiesa Collegiata di San Leoluca, costruito fra il 1680 e il 1723, è in stile barocco. Di particolare rilievo sono i portali in bronzo realizzati dal Niglia, che raccontano le vicende storiche e leggendarie della città, e l’altare maggiore, decorato con la “Madonna della Neve”, gruppo scultoreo in marmo di Carrara;
– La Chiesa di Santa Maria degli Angeli, edificata nel 1600, che conserva al suo interno una Madonna con Bambino di fine ‘500 e una pala d’altare del Seicento attribuita a Luca Giordano, e la Chiesa del Rosario, eretta nel 1280, la chiesa più antica di Vibo; restaurata nel ‘700, conserva perfettamente fusi elementi medioevali, come la pavimentazione a piastrelle maiolicate, ed elementi barocchi.
Dell’epoca greca rimangono parti delle Mura Greche, risalenti al V-IV secolo a.C. Di grande valore anche i resti del Tempio di Proserpina, rinvenuti nel 1916, i cui marmi vennero utilizzati per edificare la Cattedrale Normanna di Mileto.